All’incontro, che ha visto la partecipazione del Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci e degli europarlamentari Salvatore De Meo, Carlo Fidanza e Paolo Borchia -oltre a numerosi rappresentanti delle filiere interessate- è emersa ancora una volta la grande preoccupazione condivisa anche tra i rappresentanti politici italiani a Bruxelles che riguarda questa proposta, che si dimostra contraddittoria per vari aspetti, ma che, soprattutto, è basata su dati incerti e non su di un approccio scientifico basato a sua volta su uno studio LCA.
La proposta, nel suo attuale contenuto, rappresenta inoltre una minaccia per l’intera filiera agroalimentare italiana, eccellenza in Europa grazie al suo primato nell’utilizzo di plastica riciclata.
Largamente condivise da tutta la filiera le dichiarazioni di Marco Omboni, consigliere di Profood:
“Gli obiettivi di base del PPWR sono certamente condivisibili, ma è assolutamente necessario esprimere le diffuse preoccupazioni sulle conseguenze del testo originale, che non va nella direzione corretta per il raggiungimento degli obiettivi.
Il nostro Paese ha fatto, in ossequio a quanto prescritto dall’Europa, risultati eccezionali sulla filiera del riciclo, mentre con la proposta di Bruxelles si sterza bruscamente verso il riutilizzo, senza tenere in considerazione elementi come igienicità, tracciabilità, spreco alimentare e conservazione di un prodotto che, specialmente nell’ortofrutta, ne risentirebbe molto.”
Altrettanto preoccupanti sono le ripercussioni sugli stessi consumatori: l’aumento dei prezzi a causa dello spreco alimentare (conseguente all’eliminazione di un imballaggio che aiuta a conservare le qualità organolettiche degli alimenti) ed una diminuzione dell’igiene e della sicurezza alimentare.
In merito si è così espresso Andrea di Palma, Segretario di Adiconsum Nazionale: “In questi ultimi anni il consumatore si è abituato (in conseguenza all’emergenza Covid) ancora di più ad acquistare gli alimenti – in particolare modo l’ortofrutta – che presentano un packaging in grado di garantire la sicurezza e l’igiene. Non dimentichiamo poi la questione dell’integrità del prodotto: i prodotti ben conservati e con un buon packaging durano di più e creano meno spreco alimentare. All’attuale sistema di packaging, che permette al cittadino di godere di un risparmio economico ed ambientale, siamo arrivati grazie all’industria ed alla ricerca, non alla casualità. Il sistema di confezionamento in vaschette infatti garantisce al consumatore la possibilità di fare economia e fornisce informazioni preziosissime riguardo la tracciabilità dell’alimento. Dobbiamo necessariamente considerare che in un mondo popolato da più di 8 miliardi di persone, avremo sempre più bisogno di sistemi di packaging che garantiscono l’igiene per tutti”.